top of page

Scopri le nuove iniziative

Maggio / Giugno 2014

May / June 2014

 

 

Mirror Project #5

Franco Ariaudo / Isamit Morales

 

a cura di Bruno Barsanti e Fabio Cafagna

 

un progetto promosso da Barriera

 

Lo specchio è una superficie che riflette immagini di diversa natura. L’utilizzo dello specchio e il significato delle immagini da esso riflesse sono poi liberi di (o da)interpretazione. Allo stesso modo Mirror Project vuole essere la superficie che riflette le idee, le impressioni e le espressioni di giovani artisti. Una finestra e una riflessione sul contemporaneo.

 

Mirror Project è un ciclo di mostre organizzate da Barriera, in cui gli artisti sono invitati a confrontarsi con lo spazio e a sviluppare un progetto site-specific. Gli artisti invitati per la quinta edizione sono Franco Ariaudo e Isamit Morales.

 

LA MOSTRA

 

Nonostante abbiano origini e background diversi, Franco Ariaudo e Isamit Morales condividono una predilezione per la sperimentazione di forme e modalità espressive apertee/o inusuali che spesso tendono a generare slittamenti, siano essi percettivi o semantici.

 

Per questa doppia mostra personale Franco Ariaudo espone installazioni che, riflettendo sul tema della sovversione e sulle metodologie della protesta, mostrano la tendenza a mescolare la rigida pratica della ricerca storica e la più libera interpretazione metaforica degli eventi. Nelle opere esibite, il gesto aggressivo si sovrappone a quello atletico e la violenza si confonde con il gioco, caricando l’immagine di un’ambiguità che, seppure sempre presente, è resa raramente esplicita. Il processo di traslazione dei significati e la riconversione di oggetti in contesti che non sono quelli di appartenenza si configurano come attività che l’artista adotta per definire nuovi criteri di interpretazione del reale.

 

Isamit Morales presenta due serie di lavori che - con modalità e da angolazioni differenti -indagano e ridefiniscono il concetto di confine, inteso tanto in senso geografico-identitarioculturale quanto in senso tecnico-linguistico, come linea di separazione tra discipline e linguaggi. Mettendo in relazione l'idea di confine con quella di spaesamento, da un lato l'artista pone al centro della sua riflessione gli elementi e i profili architettonici presenti sulle banconote in uso nell'Unione Europea, dall'altro si concentra sulla possibilità di traduzione e reinterpretazione sonora di alcuni percorsi alpini che delimitano la frontiera italiana, dando vita ad un concerto itinerante.

INFO

Sede:      

Barriera, via Crescentino 25, Torino

 

Inaugurazione:

giovedì 8 maggio 2014 ore 18,30

 

Durata:

9 maggio – 14 giugno 2014

 

Orari:

dal giovedì al sabato dalle ore 15 alle ore 19

Novembre/Dicembre 2014

Novembre/Dicembre 2014

 

COLAZIONE A BARRIERA 2014

 

 

 

 

PESCE KHETE

FAST DUNKEL, SHE SAYS

 

mostra a cura di

PROGETTO DIOGENE

 

promosso da

Fondazione per l’Arte Moderna e Contemporanea CRT

 

L’edizione 2014 giunta all’ottava edizione con il suo appuntamento annuale Colazione in Barriera coincide con la mostra dell’artista Pesce Khete.

 

La mostra dal titolo Fast dunkel, she says dell’italo-svizzero Pesce Khete, è nata nell’ambito della settima edizione del programma di residenza torinese Bivaccourbano_R e che verrà presentato negli spazi di Barriera, ex complesso industriale interamente ristrutturato dal 2007.

Nell’elaborazione della ricerca nel capoluogo piemontese, svolta da settembre 2013 a marzo 2014, Pesce Khete si è concentrato sull’ulteriore messa in discussione del proprio approccio alla pratica artistica, mettendo in evidenza evoluzioni semiotiche e cambiamenti linguistici conseguenti che, talvolta, risultano incontrollabili: ampliare le possibilità di soluzione tecnica per frammentare e riorganizzare la necessità primaria della rappresentazione, trovare un equilibrio e una compiutezza tra controllo e assenza dello stesso.

Nei suoi lavori, Pesce Khete mette in equilibrio pittura e fotografia analogica per inseguire – in maniera istintiva e razionale allo stesso tempo – una sensazione di vertigine generata dalla consapevolezza dell’impossibilità di percezione totale degli oggetti, dalla coscienza del limite umano di poter conoscere solo in potenza i contenuti nel loro insieme. Attraverso una catalogazione effettuata per mezzo della fotografia analogica, l’artista compie un’osservazione del reale che trova equilibrio nella rarefazione dell’immagine pittorica sempre astratta, caotica, contrastante con i grandi formati fotografici.

La mostra di Pesce Khete rappresenta l’esperienza pilota della nuova formula di Bivaccourbano_R, che dal 2013 comprende il periodo di residenza nel tram situato nella rotonda di Corso Novara e una borsa di ricerca, offrendo all’artista selezionato il tempo e il sostegno economico necessari per condurre una ricerca di medio periodo (sei mesi). Bivaccourbano_R è supportato dal contributo della Compagnia di San Paolo, della Regione Piemonte, con il Patrocinio della Città di Torino e la collaborazione di GTT Gruppo Torinese Trasporti.


 

Barriera e Progetto Diogene saranno presenti ad Artissima 2014 nello spazio Musei in mostra, con un opera che è espressione del lavoro e dell’artista svoltosi durante la Residenza Bivaccourbano_R.

INFO

Barriera via Crescentino 25, Torino

 

Date:

9 novembre - 13 dicembre 2014

 

Inaugurazione:

domenica 9 novembre 2014 ore 10.00

 

Orari:

dom 9 novembre: 10 -19

dal 13 dicembre: gio - ven 15:00 -19:00, sab 11:00-13:30

 

Il collettivo BATNA (Giulia Nota, Arianna Merlo, Giovanna Esposito) nato a Torino nel 2011, opera nel campo del fashion affiancando al design e alla produzione di capi prét-a-portér e haute couture, una ricerca artistica ulteriore che trova espressione nella produzione di fashion film e fashion performance.

 

Le competenze dei suoi componenti spaziano dal fashion and shoes design alla video arte, alla fotografia, al set and costume design.

 

Questo essere eterogeneo permette al gruppo di rielaborare l'idea di passerella proponendo i prodotti della propria ricerca attraverso un format performativo, nel quale il concetto di fashion show spazia andando ad abbracciare l'idea di performance artistica, atto creativo che risponde ad un bisogno di andare oltre il fashion e di lavorare creativamente e parallelamente anche tramite l'arte concettuale oltre che attraverso le collezioni.

 

Dall'unione di individualità diverse e dalle influenze metropolitane assorbite, rielaborate, nasce lo stile di BATNA, un percorso tortuoso in bilico tra futuristico e gotico, underground e tribale, ironia e sentimento, una traccia che racconta una ricerca continua, contrastante e poliedrica come la realtà underground in cui il lavoro del collettivo opera.

Novembre/Dicembre 2014 - Gennaio/Febbraio 2015

 

-Residenza Studio BATNA -Best Alternative To Nude Attitude-

 

 

TIME DREAMING ITSELF

A cura di Matteo Mottin

 

Martina Bassi

 

Michele Gabriele

 

Namsal Siedlecki

 

Quattro diversi modi di interagire con il tempo, concepiti da tre artisti, sono messi in risonanza con lo spazio di Barriera e con le mostre che ha ospitato in passato. 

L’obiettivo del progetto “Time dreaming itself” è di potenziare la densità mnemonica dell’ambiente espositivo: i lavori sono presentati come punti di riferimento spaziale, su cui lo spettatore può concentrare l’attenzione per avvertire il mutare della propria presenza nel tempo e nello spazio. L’attraversamento della sala espositiva diventa un’azione concettuale volta sia ad approfondire la percezione dei lavori che a rendere sostanziale il rapporto che si instaura tra questi e lo spettatore. Condensata in quattro sculture, l’esposizione si sviluppa seguendo il passaggio dalla fruizione visuale alla fruizione concettuale, proprio come un’onda sonora che da fenomeno sensoriale diventa informazione intellettuale. 

Il lavoro di Martina Bassi riecheggia gli spazi e le prospettive di Barriera. L’artista si è ispirata ai caratteristici elementi architettonici  e alle profondità dell’ambiente espositivo, destrutturandone la percezione e creando una sintesi armonica delle sue forme che si relaziona mutevolmente con lo sguardo dello spettatore. 

Michele Gabriele, coerentemente con la sua ricerca, ribalta la consecuzione temporale nella realizzazione di un’opera. Partendo dall’immagine futura del lavoro, Gabriele ne “rincorre” la realizzazione a ritroso nel tempo, sfidando se stesso nella ricostruzione di ciò che aveva rimosso. 

Nelle opere di Namsal Siedlecki tempi distanti si incontrano diventando scultura. In mostra, un lavoro che contiene tempi multipli viene presentato per amplificare il ricordo di mostre passate, mentre un’altra sua opera, già esposta a Barriera, è stata ricollocata nello spazio in forma rivista e attualizzata.  Il tempo sogna se stesso anche tramite una traccia sonora che risponde ai nostri movimenti nello spazio, spostamenti seguiti dalle stesse vibrazioni che emette il nostro cervello nel passaggio tra il sonno e la veglia, creando un percorso che muta 

costantemente durante la visita.

 

 

 

INFO

 

Inaugurazione:

 

Giovedi 5 Marzo 2015 H 18:30

 

Via Crescentino 25, Barriera di Milano, Torino

 

Elena Mazzi

 

mass age, message, mess age

 

a cura di ones - office. a non exhibition space (Carolina Gestri, Francesca Vason, Stefano Vittorini)

 

iniziativa promossa da Barriera

 

15 maggio - 6 giugno 2015

 

inaugurazione 14 maggio 2015, ore 18.30

 

Barriera, via Crescentino 25, Torino

 

orari di apertura: giovedì-venerdì dalle 15 alle 19; sabato dalle 10 alle 13; oppure su appuntamento

 

scrivendo a ones.officeproject@gmail.com

 

Barriera, da sempre impegnata nella promozione di iniziative dedicate all’arte contemporanea, per la

sesta edizione di Mirror Project invita il collettivo curatoriale ones per la realizzazione di una mostra che

ha come protagonista l’artista Elena Mazzi (Reggio Emilia, 1984; vive e lavora a Venezia).

Per l’occasione, la sede di via Crescentino 25 nel centro di Barriera di Milano, quartiere ormai diventato

punto di riferimento per gli amanti dell’arte contemporanea, diventa il laboratorio in cui ospitare una

discussione aperta sul tema della comunicazione in tempo di rivoluzione.

L’artista propone una riflessione sulle tecniche e le strategie di comunicazione, sui suoi limiti e

potenzialità, puntando l’accento sulla possibilità di errore durante la trasmissione di un messaggio,

errore che talvolta incide nello svolgersi degli avvenimenti storici, così come accadde nella prima

pubblicazione di The Medium is the Massage, del noto sociologo canadese Marshall McLuhan, quando

decise di non correggere il refuso, lasciando aperta l’interpretazione tra mess age, message e mass

age, e dimostrando così la forza della propria teoria.

Ma quale forma ha la rivoluzione nella società attuale? Cosa intendiamo per rivoluzione oggi?

L’artista tenterà di rispondere a queste domande con un gruppo di ricercatori e studenti dell’Università

di Torino, attraverso alcune testimonianze storiche e contributi più recenti, con l’obiettivo di creare un

“vocabolario della rivoluzione”. Da esso si attiverà una performance che, riprendendo le dinamiche del

gioco del telefono senza fili, aprirà la mostra il 14 maggio 2015 alle ore 18:30.

A cura di ones - office. a non exhibition space (Carolina Gestri, Francesca Vason, Stefano Vittorini).

La mostra resterà aperta fino a sabato 6 giugno 2015.

 

Mirror Project #6

bottom of page